Il Museo del Como, ha raggiunto il primo grande obbiettivo prefissato, la pubblicazione di tutti i tabellini, di tutte le partite ufficiali giocate nella sua storia. Un lavoro iniziato nel 2005 e terminato nel 2020, grazie all’aiuto di tanti appassionati e cultori della storia del calcio. Sono 3644 le partite analizzate e studiate, un lavoro che va a sostituire, quanto pubblicato sul libro della società dell’ottantesimo, che riportava i tabellini con solo la formazione del Como e molte volte in modo errato o completamente inventato. Quarant’anni fa, probabilmente non si pensava, che un giorno sarebbe arrivato internet e conseguentemente l’accesso a infinite forme d’informazione e di conseguenza se non si aveva un tabellino, lo si poteva inventare. Questo modo di lavorare, ha poi generato negli anni successivi su Wikipedia, una serie di errori in serie, passati poi per verità assoluta. Sono state aperte 3644 pagine web relative ad ogni partita, che trovate rigorosamente elencate dalla prima, fino all’ultima, in ordine temporale, nell’elenco delle partite di ogni stagione. Basta cercare la stagione e cliccare su ogni partita, dove si aprirà una pagina, con il suo tabellino e i contenuti relativi alla partita. Difficile la ricostruzione dei tabellini, prima dell’avvento della seconda guerra mondiale, quando i quotidiani locali La Provincia e L’Ordine, pubblicavano spesso la cronaca senza il tabellino o solo con la formazione del Como. In una trentina di questi manca ancora la formazione avversaria, mentre quella degli azzurri e gli eventuali marcatori, sono stati rintracciati in modo da completare definitivamente, tutte le statistiche della storia della società. Tutti questi dati li trovate gratuitamente sul Museo del Como, una scelta condivisa con la società, per divulgare ancor di più la storia e gloria del Como. Ora si inizia a lavorare a un altro obbiettivo quello dei contenuti di ogni singola partita, che verranno caricati sotto il tabellino e sulle schede personali di ogni singolo giocatore che ha vestito la maglia azzurra.
Enrico Levrini

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